Il processo produttivo
Il processo produttivo di SICIT si articola in tre fasi distinte:

  1. Ritiro dei residui di lavorazione delle concerie;
  2. Fasi di trattamento e idrolisi dei residui;
  3. Formulazione dei prodotti finiti destinati al settore dei biostimolanti e al settore dei ritardanti del gesso.

SICIT si approvvigiona di materie prime dalle concerie, principalmente del distretto di Vicenza e, secondariamente, della Toscana e da altre aree produttive italiane ed europee, alle quali fornisce un servizio a pagamento alternativo al costo di trattamento e smaltimento in discarica o in altri siti produttivi con oneri di smaltimento più elevati. Tale servizio di ritiro rappresenta quindi per l’industria conciaria, l’opportunità di gestire in maniera sostenibile residui che altrimenti sarebbero destinati allo smaltimento o alla distruzione con un elevato impatto sull’ambiente. Attraverso il laboratorio Controllo Qualità e i team di gestione dei ritiri di SOA (ad Arzignano) e dei residui conciati (a Chiampo), SICIT monitora quotidianamente la qualità e la quantità delle materie prime in entrata per intercettare potenziali trend e pianificare con i fornitori di materie prime di input il servizio di ritiro.

A differenza dei residui post concia, i sottoprodotti di origine animale sono putrescibili e, per tale ragione, devono essere processati entro 48 ore dall’ingresso in stabilimento, questo rende necessario l’approvvigionamento presso distretti conciari situati ad una distanza ridotta. Sebbene non sussistano degli obblighi contrattuali di ritiro, SICIT ha instaurato con le concerie del distretto vicentino un rapporto stabile e di lunga durata che l’ha portata a garantire la fornitura di tale servizio di ritiro alle concerie del distretto vicentino. Per quanto riguarda invece i rifili e le rasature, essendo materie prime non deperibili, SICIT adegua i ritiri di materiale dalle concerie in base ai propri fabbisogni produttivi e può più facilmente approvvigionarsi anche da altri distretti conciari sia italiani che esteri.

Le materie prime vengono sottoposte a un processo di trattamento e di idrolisi mediante il quale subiscono un processo termico in ambiente acido e/o alcalino, al fine di estrarre amminoacidi e peptidi dalla matrice proteica (collagene) presente. Tale processo viene realizzato nei due stabilimenti di SICIT, rispettivamente di Arzignano per la lavorazione dei sottoprodotti di origine animale e di Chiampo per la lavorazione dei residui post-concia. Le fasi di trattamento e di idrolisi danno origine agli idrolizzati proteici che rappresentano dei semilavorati (c.d. basi) per la fase successiva di preparazione del prodotto finito. Questi idrolizzati proteici – singolarmente o in miscela tra loro e/o con altri prodotti di origine organica e/o inorganica – danno origine a prodotti finiti, venduti da SICIT nel canale B2B.

SICIT si è dotata inoltre di apposite cisterne di stoccaggio per l’immagazzinamento delle basi idrolizzate prodotte e non immediatamente utilizzate per produrre prodotti finiti. Ciò consente di avere un volume di magazzino potenziale idoneo a ridurre il rischio d’impresa derivante dall’impossibilità di ritirare i residui della concia, nei mesi in cui i volumi di vendita sono superiori ai volumi ritirati.

L‘idrolizzato proteico ottenuto dal procedimento di idrolisi che si presenta in forma liquida, densa e viscosa, viene sottoposto a ulteriori lavorazioni, sulla base delle formulazioni concordate col cliente, con lo scopo di associare alla base amminoacidica e peptidica ulteriori componenti e/o di modificarne lo stato fisico (formulazione in polvere, scagliette o granuli). I prodotti così ottenuti possono essere venduti come tali o confezionati in imballaggi industriali e resi disponibili per la vendita in favore dei clienti di SICIT, i quali li venderanno a marchio proprio. Quando il prodotto non è venduto sfuso, è confezionato direttamente negli stabilimenti di SICIT in imballaggi industriali, ossia cisterne e fusti di volume variabile per i prodotti liquidi o sacchi industriali per i prodotti in polvere. Il confezionamento del prodotto per la commercializzazione all’utilizzatore finale è a carico dei clienti.

IL PRIMO FONDO PATRIMONIALE SUL “CAPITALE NATURALE”

Dalla collaborazione tra HSBC Global Asset Management, società di investimenti da 470 miliardi di dollari, e Pollination Group, società di consulenza sui cambiamenti climatici, è nata HSBC Pollination Climate Asset Management (HSBC) incentrata sul “capitale naturale”, con l’obiettivo di dare valore a risorse come acqua, suolo e aria e per cooperare nella protezione dell’ambiente.

Nel corso del 2021, HSBC si impegnerà ad attrarre capitali da investitori istituzionali, fondi sovrani, fondi pensione e assicuratori fino a 1 miliardo di dollari, che verranno destinati a investimenti che “preservano, proteggono e migliorano la natura a lungo termine“: silvicoltura sostenibile, agricoltura rigenerativa e sostenibile, approvvigionamento idrico, biocarburanti naturali o progetti che generano rendimenti dalla riduzione delle emissioni di gas serra.

Ciò conferma il crescente ruolo affidato alle aziende chimiche come SICIT nel contribuire allo sviluppo sostenibile, alla creazione di prodotti con minore impatto ambientale e minore rischio.