• I ricavi consolidati del primo semestre 2020 raggiungono Euro 35,5 milioni (vs. € 32,5 milioni nel primo semestre 2019, +9,4%)
    In significativa crescita, in particolare, il business dei biostimolanti a Euro 21,7 milioni (vs. € 18,2 milioni nel 1H 2019, +19,4%); lieve contrazione del business dei ritardanti (a Euro 8,5 milioni – vs. € 8,7 milioni nel 1H 2019, -2,1%) e di quello del grasso animale (a Euro 3,38 milioni – vs. € 3,41 milioni nel 1H 2019, -1,0%) entrambi rallentati dall’emergenza Covid, specialmente nel secondo trimestre
    Crescono significativamente tutte le principali aree geografiche: Europa (inclusa Italia) a Euro 19,5 milioni (vs. € 18,9 milioni nel 1H 2019, +3,2%); Asia-Pacific a Euro 9,2 milioni (vs. € 7,9 milioni nel 1H 2019, +16,4%); Americas a Euro 4,3 milioni (vs. € 3,0 milioni nel 1H 2019, +42,3%). In controtendenza soltanto il mercato del Middle East e Africa, a Euro 0,87 milioni (vs. € 0,9 milioni nel 1H 2019, -2,9%)

Il CdA di SICIT Group, riunitosi oggi, ha preso atto dei ricavi consolidati nel periodo 1 gennaio – 30 giugno 2020 che, se confrontati con l’analogo periodo dell’esercizio 2019, registrano un incremento complessivo di circa Euro 3 milioni (+9,4%).

La crescita ha riguardato pressoché tutte le aree geografiche: dall’Europa (incluso Italia, +3,2%; di cui Italia +1,2% e altri Paesi in Europa +4,6%), all’APAC (+16,4%) e Americas (+42,3%). Unica geografia in controtendenza il Resto del Mondo (Middle East e Africa, -2,9%).

Tale risultato ha beneficiato, in particolar modo, della crescita del business dei biostimolanti per l’agricoltura (+19,4%) che continua a registrare una domanda sostenuta; mentre sia i ritardanti per l’industria del gesso (-2,1%), sia il grasso animale per la produzione di biocombustibili (-1,0%) si sono lievemente contratti, così come i ricavi da ritiri di sottoprodotti di origine animale e di rifiuti conciari, a causa essenzialmente degli effetti più acuti dell’emergenza Covid.

Infatti, dopo un primo trimestre molto buono nel quale la Società ha registrato un forte incremento delle vendite, riconducibile anche ad un anticipo degli acquisti per prevenire un possibile “effetto shortage” da Covid, il secondo trimestre è stato caratterizzato: quanto ai ritardanti, dalla chiusura temporanea di alcuni stabilimenti di aziende clienti per la produzione del cartongesso, oltre che da un rallentamento generale dell’industria edilizia; quanto al grasso animale, da una riduzione dei residui ritirati dalle concerie vicentine, causa lockdown, tra la fine di marzo e quella di aprile, cui è seguito un lento riavvio di tutta l’attività conciaria, tuttora in corso.

Massimo Neresini, CEO di SICIT Group, ha commentato: “Alla luce dell’emergenza sanitaria, non possiamo che essere soddisfatti. Confidando di avere lasciato alle nostre spalle la fase peggiore dell’emergenza, entriamo nel secondo semestre forti del +9,4% realizzato nel primo: un risultato particolarmente brillante, considerando i tempi che stiamo vivendo. Il livello di interesse nei confronti dei nostri prodotti rimane in generale molto buono, soprattutto per quanto riguarda i biostimolanti. Il nostro piano di investimenti industriali procede come previsto, verso obiettivi molto promettenti. Malgrado il contesto economico generale rimanga avverso, i riscontri che registriamo quotidianamente ci confortano in merito alla possibilità di continuare il percorso di crescita intrapreso”.

SICIT è stata inclusa nel portafoglio di imprese italiane per la sostenibilità (segmento mid/small) nell’ultimo report dedicato alla Corporate Social Responsibility pubblicato da Equita SIM.

Nella selezione del portafoglio rientrano quelle aziende che combinano fondamentali interessanti con un contributo elevato al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Secondo il report, SICIT è esposta alle iniziative governative volte a promuovere l’agricoltura di precisione (obiettivo ONU #2: porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, una migliore nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile) in quanto il 55% dei suoi ricavi derivano da biostimolanti prodotti attraverso il riciclo dei rifiuti dell’industria conciaria.